Due chiacchiere con Giulia Vitaliti, Tecnico Veterinario e fondatrice di Tecnivet
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Giulia Vitaliti ha svolto la professione di Tecnico Veterinario presso diverse strutture italiane; è sempre stata attratta dal mondo della Chirurgia Veterinaria, ma negli ultimi dieci anni ha conosciuto e vissuto da vicino il mondo degli animali disabili, rimanendone affascinata.
Nel 2009 fonda Tecnivet (Associazione Culturale e Scientifica per Tecnici e Medici Veterinari) e oggi ne riveste il ruolo di Presidente. L’associazione nasce con l’obiettivo di promuovere l’arricchimento culturale dei soci, organizzando giornate di studio, convegni, seminari, webinar, corsi di aggiornamento e di formazione su argomenti e problematiche di interesse scientifico e professionale; ma desidera soprattutto essere un punto di riferimento nella vita lavorativa degli associati, specialmente in situazioni di necessità, e tenere in considerazione le effettive esigenze degli appartenenti alla categoria.
Abbiamo fatto due chiacchiere con Giulia, sempre felicissima di parlare della professione di cui è profondamente innamorata.
Che differenza c’è tra un tecnico e un assistente veterinario?
Negli Stati Uniti, e anche in tutto il resto del mondo, esiste da sempre una figura che opera a sostegno del tecnico veterinario; così come in umana esiste l’OSS, anche in veterinaria si sta formando una figura di supporto al lavoro del tecnico e del medico. L’assistente veterinario è un valido supporto per la contenzione degli animali; si occupa della gestione del paziente, dall’igiene e alla cura fino all’alimentazione.
Parlaci dell’Associazione Tecnivet. Qual è il suo scopo? Cosa ti ha spinto a fondarla?
Quando fondai l’Atav (Associazione Tecnici ausiliari veterinari), nel 2006, questa fu la prima associazione di categoria in Italia. Insieme a tanti colleghi perseguivamo l’obiettivo comune dell’affermazione e della valorizzazione della nostra categoria.
Poi, per una serie di motivazioni pratiche, decisi di fondare un’altra associazione che persegue gli stessi obiettivi ma con modalità differenti. Avevamo bisogno di dar voce alle nostre parole, di far chiarezza sulle nostre mansioni, sul nostro inquadramento contrattuale, ma soprattutto su una questione fondamentale: chi siamo?
Beh, con l’associazione Tecnivet siamo partiti da lì. Abbiamo iniziato a incontrarci e a pretendere di crescere professionalmente per iniziare a creare un’identità per la nostra professione. Insieme a Laura Grottadaurea e altri volenterosi colleghi abbiamo organizzato incontri caratterizzati dalla presenza del medico e del tecnico che trattavano lo stesso argomento, proprio per far capire al nostro pubblico composto anche da medici quale fosse la sostanziale differenza. Il messaggio è stato chiaro fin da subito.
L’associazione Tecnivet è il frutto del lavoro di tutti Noi. Ognuno ha portato un pezzo di sé all’interno dell’associazione, uno degli scopi principali per cui decisi di impegnarmi in questo progetto. La Tecnivet siamo Noi! I soci mettono a disposizione dell’associazione le proprie capacità professionali e umane affinché venga perseguito l’obiettivo comune: l’affermazione e la valorizzazione della categoria dei Tecnici veterinari.
Abbiamo da poco rinnovato il sito con lo scopo di dare spazio alle nostre necessità professionali e non solo. Molti di noi si sono appassionati a un argomento e hanno scritto un articolo da condividere con tutti. Altri hanno preferito condividere le proprie capacità professionali attraverso dei video. Insieme tutto è possibile! Questo mi hanno insegnato e sono convinta che insieme possiamo fare molto di più per la nostra categoria.
Come si diventa tecnici veterinari?
Chi volesse diventare tecnico veterinario in Italia può scegliere se seguire un corso privato, come i corsi proposti dalla VeTech School e Abivet, oppure optare per una formazione universitaria. In questo caso sono da menzionare la Facoltà di Medicina Veterinaria di Udine, che eroga un corso di laurea triennale interfacoltà denominato Igiene e sanità animale con orientamento Assistente veterinario, e la Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo, in cui è attiva una laurea triennale denominata Tutela e benessere animale. Inoltre a Camerino , Milano e Udine sono disponibili i corsi di L38.
Cosa consigli a chi si approccia a questa professione o a chi intende iniziare un percorso di studi in questa direzione?
Consiglio sempre agli studenti di impegnarsi tanto perché il percorso non è facile e il costante aggiornamento è fondamentale. Il nostro è un lavoro molto specifico, diventa importante organizzarsi ed esercitarsi il più possibile per acquisire da subito una buona manualità. Andate nei canili e nei gattili ad aiutare gli animali che hanno bisogno; oltre che a essere un valido supporto per i bisognosi, imparerete cose che vi renderanno un Tecnico migliore.
Come è percepita comunemente questa professione? Hai mai avuto l’idea di essere percepita come un veterinario di serie B? Sta cambiando qualcosa da questo punto di vista in Italia?
Chiunque sia entrato in un ospedale non ha potuto fare a meno di notare quanto il personale infermieristico sia fondamentale nella gestione del paziente. Il Tecnico Veterinario ha un gran da fare all’interno della struttura veterinaria perché si deve occupare di tante cose, soprattutto quando hai molti ricoverati da gestire. Con immenso dispiacere sono stata testimone in passato di episodi in cui alcuni veterinari temevano che volessimo rubargli il lavoro, confrontando anni di studi universitari, con due anni di corso privato. Palesemente due figure diverse, con due nomenclature diverse. Fare il medico è un ruolo molto importante e di grande responsabilità, spesso non bastano cinque anni di studio; davvero non vedo come potremmo mai arrogarci il diritto di avere un eguale livello di preparazione.
Spero che i seminari organizzati e aperti anche ai medici aiutino a stimolare la collaborazione e la comprensione reciproca.
Nella mia carriera ho affiancato medici veterinari di alto livello da cui ho imparato tantissimo, ma ho anche lavorato con medici veterinari giovani, e il crescere insieme, confrontandosi e studiando insieme, è stato fondamentale per la mia crescita professionale.
Vuoi dirci due parole su quali sono i miti da sfatare e i luoghi comuni di questo lavoro?
Il più grande luogo comune da sradicare è senza dubbio quello a cui accennavo prima: nessuno vuole rubare il lavoro a nessun altro. Vogliamo solo poter esistere, essere liberi di prenderci cura degli animali come farebbe un infermiere con un umano, collaborando e crescendo insieme al medico veterinario.
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Brava: complimenti!
Grazie Giulia! Parole giuste. Quasi troppo modeste.
Perché mai due figure tanto diverse , con preparazione e mansioni totalmente diverse, dovrebbero togliere qualcosa o scavalcare invece che unirsi e collaborare?
Questo in ogni campo, dipende solo dall’umano che riveste la figura professionale, l’intelligenza e il carattere. Come ogni evoluzione della vita, questa figura deve trecciare la storia per essere valutata, riconosciuta e voluta in organico.
Ormai sta succedendo..Giulia e tanti altri la storia l’hanno tracciata gia .
Lei a nome di tutti continua a cercare e trovare canali per affermare questa preziosa categoria.
Mi permetto di aggiungere che ad oggi, il tecnico veterinario, a differenza del medico che sceglie di fare il “dottore degli animali” quando ha solo 18 anni..e non ha idea della missione che sta per sposare.. ( oltre ad eventuali soddisfazioni, fatica, sofferenza, sangue, feci, urine, dolore)
“Il tecnico”!sceglie, in linea di massima di diventarlo, in età matura. Dopo diverse esperienze di vita e professionali. In maniera più consapevole e mirata. Con lo scopo di assistere e essere coadiuvante per il bene degli animali, dei pazienti.
Stessa dinamica in medicina umana.
Ciò fa si che gli infermieri in genere siano persone consapevoli e rispettose.
Complimenti Giuli!
Grazie per le belle parole, Emanuela!
Ho conosciuto Giulia ed Emanuela qualche hanno fa. Sono state preziose per la riabilitazione e la cura della mia bassotta Lea. Figure indispensabili per far tornare la gioia di vivere alla mia piccolina e… anche a me. Grazie Emanuela e Giulia.
Salve il vet school è indicata per i diversamente abili?cioè si possono fare stage e eventualmente diventare un tecnico veterinario?
Salve Elena,
da qui purtroppo non siamo in grado di darle dettagli approfonditi sulla scuola; le consigliamo di dare un’occhiatata direttamente sul loro sito: https://vetechschool.it/.
Grazie e buon proseguimento!
Tra vethschool e abivet quale corso da una migliore preparazione?!
Quale consiglieresti?
Grazie
Salve Laura,
non possiamo che dire che sono entrambi ottimi corsi per la preparazione professionale 😊.
Buon proseguimento!