Due chiacchere con Giordano Nardini | Alluvione in Emilia-Romagna: Aiuti, Benessere Animale e “One Health”
Giordano Nardini, Medico Veterinario Diplomato Europeo nella Specialità Erpetologia e presidente dell’ABA (Associazione Benessere Animale), ci racconta l’alluvione vista da vicino. Quali sono le emergenze dal punto di vista del Benessere Animale? E come possiamo dare una mano?
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Allora Giordano, come è la situazione nella vostra zona? Ti arrivano notizie da colleghi più esposti?
La nostra zona non è stata colpita dai fenomeni dell’alluvione, perché ci troviamo a Modena. Già nel bolognese ci sono state delle aree completamente allegate, ma quello che è peggio è avvenuto da Bologna in giù. Ho ricevuto molte telefonate da colleghi, anzi… in realtà sono stato io per primo a chiamarli, proprio per sincerarmi della situazione. Ho colleghi che vivono in Romagna che non hanno in questo momento possibilità di entrare in casa e vivono ad esempio in bed and breakfast o in hotel perché le loro abitazioni sono state allagate fino all’altezza del primo piano; altri che hanno l’ambulatorio o la clinica allagati, con danni ovviamente anche alle strutture e che quindi non possono lavorare. Tutti mi riferiscono che stanno veramente aiutandosi l’un l’altro… mi sono messo in contatto anche con gli ordini veterinari, con l’Asl, e con l’ANMVI [l’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani] per cercare di dare sostegno ai colleghi. In queste situazioni quello che cerchiamo di fare è di ripristinare il prima possibile la catena della cura degli animali e quindi cercare di individuare le strutture che lavorano e che sono in grado di riceverli.
Cosa sta facendo l’ABA per dare soccorso agli animali colpiti da questa tragedia?
L’ABA, in questo momento, sta innanzitutto cercando di creare una rete tra i comuni della zona per capire quali sono quelli che possono ospitare gli animali. Stiamo mettendo a disposizione delle cliniche convenzionate con l’ABA per ricevere animali che hanno bisogno di cure per poi trasferirli in strutture che li possano ospitare. Ci sono ovviamente animali che si sono dispersi perché le loro case sono state inondate, perché le famiglie sono sfollate… ma ci sono anche gli animali dei canili. Ci sono diversi canili che sono tuttora a rischio di allagamento e c’è un’organizzazione che collabora con ABA per cercare di trasferire questi animali nel momento del bisogno. Anche il Comune di Spilamberto [provincia di Modena], dove abbiamo la sede, sta mettendo a disposizione le proprie strutture.
Non dobbiamo pensare solo a cani e gatti, ma anche, per esempio, ai conigli, in particolare quelli delle oasi e dei parchi; ci sono situazioni a dir poco drammatiche. Fortunatamente ci sono associazioni sul territorio, con cui siamo in contatto e con cui ci stiamo muovendo, che si sono attivate anche per loro.
Come deve muoversi chi fosse interessato a dare una mano facendo una donazione o collaborando attivamente come volontario?
In questo momento non è così facile coordinare le azioni di volontariato. Sul territorio ci sono già molti volontari che lavorano, però gestire la logistica è molto complicato… spostarsi è difficile proprio perché ci sono delle zone ancora non accessibili. Abbiamo bisogno ancora di qualche giorno per poter definire come poter organizzare gli interventi. La cosa che si può fare è quella di contattare ABA; cercheremo di rispondere e di dare indicazioni su come poter aiutare gli animali in difficoltà.
Oltre a cani, gatti e altri animali domestici, ci sono stati e ci saranno anche enormi problemi con i cosiddetti animali da reddito. Da veterinario esperto quale sei, quanto pensi che si propagheranno nel tempo gli effetti di quello che stiamo vivendo adesso sull’economia del territorio?
Mi sono state segnalate enormi difficoltà; i danni economici e le ripercussioni che ci saranno nei settori affini non sono ancora quantificabili. Ci saranno delle riflessioni da fare… in questo momento forse è un po’ prematuro parlarne. Nelle zone colpite, ad esempio, ci sono anche numerosi allevamenti di tartarughe, fiorenti in su questo territorio proprio per il clima ideale per questo tipo di attività. Vedo che si stanno aiutando tutti a vicenda. Tutta la gente coinvolta sta dando una grande risposta; nonostante molti abbiano perso le case e abbiano i mobili accatastati sulle strade, si sorridono e si aiutano a vicenda.
Cosa rispondi a chi storce il naso di fronte a chi organizza iniziative di volontariato a tutela degli animali quando vi sono migliaia di persone in stato di emergenza?
Comprendo perfettamente che ci siano persone che possono storcere il naso, ed è ovvio che in queste situazioni la priorità vada data alle persone. L’ABA, d’altra parte, è qui apposta per occuparsi di ciò che è di sua competenza e su cui può impattare efficacemente: la cura e la salvaguardia degli animali.
Ognuno deve dare il suo contributo in base alle proprie possibilità e noi possiamo contare sull’apporto di medici, infermieri veterinari e di volontari straordinari, che sanno come prendersi cura di ogni specie animale.
ABA è da sempre aperta sostenitrice e “divulgatrice” del concetto di “One Health”… pensi che ci siano delle contromosse urgenti che possiamo prendere in modo da limitare in parte la tragicità di questi eventi o siamo di fronte a qualcosa di totalmente inarrestabile?
Quanto sia importante il concetto “One Health” [un approccio fondato sulla collaborazione interprofessionale e multidisciplinare tra settori diversi, che mira a ottimizzare in modo sostenibile la salute di persone, animali ed ecosistemi] ce ne rendiamo conto ancora di più in questi momenti… dovremmo riunirci, e in parte lo si fa già da tempo, e dare spazio a un confronto tra i protagonisti di diverse discipline su questa tematica.
Mi accorgo che l’urgenza di questa “tematica” è già entrata nella testa delle persone ma è difficile capire quali possono essere le contromosse più efficaci a fenomeni del genere. Sicuramente si dovrebbe partire dalla cultura generale, dai bambini e dai ragazzi; noi adulti, tutti, dovremmo capire che è fondamentale non fermarsi a un livello teorico ma attivarci su qualcosa di concreto, ognuno, come ho già detto, nei limiti delle proprie capacità e possibilità.
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